La speranza non fa rumore
“Vogliamo invitarVi alla lettura di un libro semplice, che vuole essere semplice, e che racconta storie semplici, che vogliono essere semplici, non eccezionali, non clamorose. Perché la speranza non fa rumore. Confesso che alcune volte si stenta a trattenere la commozione, non perché l'autrice, un'amica preziosa amante della musica, pianista e grande interprete, voglia indurre alla compassione, neppure alla con-passione. Piuttosto perché i racconti ci dimostrano che siamo nudi, nudi dinnanzi alla sofferenza, alla sofferenza degli altri che non riusciamo a reggere, perché ci rendiamo conto che forse noi non avremmo lo stesso coraggio e la stessa determinazione dei protagonisti. […] Friedrich Nietzsche, oltre un secolo fa, aveva detto che i cristiani, per convincerlo "dovrebbero cantare canti migliori perché io impari a credere al loro "redentore": più gioiosi dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!" Se il grande filosofo tedesco potesse leggere questo libro e conoscere le persone di cui si racconta la storia chissà ... forse ...
Maria Rita Mottola, “Persona e danno”, 29.12.2011
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Chiara Bertoglio raccoglie in volume alcune delle sue “storie speciali”. […] Sono esperienze umane “fondamentali”, che Chiara racconta con efficacia. E il motivo dell’efficacia è semplice e difficile insieme: superando il distacco professionale, lei porta in parole un “pezzo di vita”, perché partecipa profondamente alle vicende dei suoi interlocutori. Proprio questa partecipazione fa diventare gli interlocutori amici, cioè non più personaggi sconosciuti sulle cui storie ricavare un “pezzo” per il giornale, ma persone vere, di cui interessa come stanno, se sono felici, lungo quali strade hanno scoperto il senso della vita. La speranza messa nel titolo del libro è, propriamente, la speranza cristiana, e pasquale: quella che tifa uscire dal buio di qualunque notte perché ricorda che per tutti c’è una luce, anche là dove sembrerebbe impossibile; e questa luce non necessariamente è “miracolosa”. Piuttosto, viene dalla testimonianza che di essa offrono tante persone “normali”. Chiara è una musicista affermata, una persona “di successo”, che però ha conosciuto anche la sofferenza, come ciascuno di noi. Questo suo libro potrà aiutare molte persone e famiglie a trovare (o inventare) strade di serenità a cui forse non avevano pensato.
Marco Bonatti, “La voce del popolo”, 15.5.2011
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L’autrice è convinta che “il mondo trabocca di bene” (Introduzione), e lo racconta in maniera appassionante e coinvolgente. Sono storie di persone che vivono in prima persona il mondo della disabilità riuscendo a non auto commiserarsi, anzi a vivere con dignità sorprendente e in maniera positiva; e persone che a questo mondo si accostano con volontà di capire, di essere utili in qualche modo, e finiscono per viverlo come la parte più vera e umanamente più ricca della loro esistenza.
“Rogate”, novembre 2011
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Ci sono persone che attraversano la vita con un carico di fatica in più. Quasi che la Provvidenza avesse deciso per loro una zavorra aggiuntiva, un carico misterioso di fatiche e di sofferenza di cui forse un giorno capiremo il significato. La zavorra non è necessariamente un handicap, ma spesso un caso luttuoso, una scelta di vita speciale, una tra le tante forme di marginalità accettate e addirittura ricercate, una vocazione portata avanti con quello zelo coraggioso che confina qua e là con l’eroismo. Il libro di Chiara Bertoglio, giornalista e musicologa, aiuta a fare chiarezza in questo universo parallelo che non fa notizia e che raramente si guadagna spazio sui media. Si comincia con la storia di un sacerdote quasi centenario che per 70 anni ha fatto il parroco di un paesino delle montagne torinesi, si prosegue con tante altre situazioni di disabilità, di malattia, di passione. Forse sarebbe più giusto dire di amore disinteressato che diventa servizio ed esempio in forme inattese e talvolta sorprendenti.
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Libri non musicologici
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